Francesco Baccini: “Se io fossi il Presidente del Genoa…”

Francesco, parlando del Genoa attuale, come vedi questa squadra?

«Diciamo che da quello che avevo visto contro il Bologna mi era sembrato che fossimo diventati quasi una squadra. Poi a Cagliari ci siamo ricascati. All’inizio dell’anno ci sono state scelte sbagliate nella costruzione, in certi ruoli per esempio eravamo completamente sguarniti, così sei stato costretto a far giocare alcuni giocatori in ruoli non propri. Sono bastate poche mosse per vedere dei miglioramenti. Anche se poi per quanto possa essere importante l’allenatore chi va in campo sono sempre i giocatori, sono i calciatori che fanno la squadra».

Facciamo un gioco: domani mattina Francesco Baccini diventa Presidente del Genoa. Qual è la sua prima mossa?
«Urca! Be’ dipende anche da quanti soldi ho a disposizione, se per esempio ereditassi qualche milione di euro da un emiro farei un Genoa da Champions! Anche perché sarei davvero un Presidente tifoso cosa sempre più rara di questi tempi. Oggi inevitabilmente il calcio è business per cui una squadra come il Genoa deve vendere di volta in volta i pezzi pregiati. La cosa mi può fare incazzare, però è anche vero che io non ci ho messo una lira ed è giusto che decida chi invece ci mette i soldi».

Continuando nel gioco, allora dimmi il nome di quei giocatori che pagheresti di tasca tua per rivedere indossare la maglia rossoblù.
«A me basterebbe avere un Genoa con i giocatori che abbiamo avuto negli ultimi cinque anni ma non distribuiti come li abbiamo visti. Davanti la coppia Milito-Palacio e alle loro spalle El Shaarawy. Dietro ci metto Criscito-Bocchetti-Ferrari e a centrocampo Thiago Motta. Ecco, non saremo proprio una squadra scarsa! In questi anni sono passati davvero tanti giocatori che poi hanno fatto la fortuna di squadre che hanno vinto scudetti e coppe dei campioni. Ma la nostra forza economica non è paragonabile ad altre piazze. E d’altronde l’ultima squadra che ha vinto lo scudetto fuori da Roma, Milano e Torino è proprio la Samp. E stiamo parlandi di vent’anni fa, la cosa dovrebbe farci riflettere».

Link:

http://www.ilpubblicista.it/?q=node/3520

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *